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Andrea Cinelli: “I tempi del settore giovanile sono quelli del viticoltore. Alla Rigamonti c’è buon vino”

 

Andrea Cinelli: “I tempi del settore giovanile sono quelli del viticoltore. Alla Rigamonti c’è buon vino”

È un progetto a lungo termine quello intrapreso dodici anni fa dalla Mario Rigamonti. Ora è tempo di raccoglierne i frutti e, allo stesso tempo, di ridisegnare il futuro. Già, perché il club cittadino è alla ricerca di nuove figure da inserire negli staff tecnici.

Ne abbiamo parlato con Andrea Cinelli, coordinatore e formatore tecnico del settore giovanile granata ma anche tecnico dei Giovanissimi Under 15.

Dal punto di vista statistico – racconta – possiamo dire di aver raggiunto numeri importanti, ma soprattutto
di aver assistito ad una crescita costante nel corso del tempo, che ci ha portati a risultati di rilievo”.

335 iscritti totali, di cui 200 nell’attività di base. Un simile movimento richiede grande attenzione anche alla sfera formativa. Come siete strutturati da questo punto di vista?
Innanzitutto i nostri tecnici frequentano gli incontri del progetto Scuola Calcio Elite organizzato dalla Federazione, dove noi stessi organizziamo incontri dedicati alle sessioni aperte agli esterni. Ovviamente operiamo anche internamente alla Rigamonti, con incontri e riunioni tecniche focalizzate sui nostri staff sia per tenere attivo un confronto costante sia per programmare l’attività nel migliore dei modi. Da non dimenticare il fatto che, essendo centro di formazione del Brescia, possiamo seguire anche i cicli formativi organizzati nel progetto Noi Siamo il Brescia”.

Quali linee guida vi siete dati dodici anni fa e come le avete sviluppate?
Tutto è partito spalla a spalla con Toni Scotti e successivamente condiviso con il responsabile della scuola calcio, Eros Conti. I tempi del settore giovanile sono quelli del viticoltore. La prima vendemmia ha portato un vino eccellente, con la prossima dovrà essere ancora meglio. Il nostro metodo si basa su principi fondamentali che caratterizzano l’attività quotidiana diventando aspetti calcistici che identificano i nostri giocatori. Sono concetti
che seminiamo nell’attività di base e si sviluppano nella fascia agonistica”.

Quali sono questi principi fondamentali?
Pur nella libertà di programmazione i nostri tecnici devono inserire passaggi cardine che riteniamo fondamentali, come il duello e la ricerca dell’uno contro uno sia difensivo sia offensivo; il ritmo nelle esercitazioni; la ricerca dello spazio in avanti. C’è grande attenzione agli obiettivi motori, tecnici e tattici, tarati ovviamente su ciascuna categoria. È la base su cui innestiamo, strada facendo, nuove peculiarità. Così facendo creiamo un’identità, e quando i ragazzi passano da una squadra all’altra c’è facilità nell’inserirsi. Si genera continuità e naturalezza nell’adattamento agli step successivi”.

C’è un identikit del giocatore da Riga che vi piacerebbe sfornare con costanza?
Lavoriamo perché i nostri ragazzi possano essere innanzitutto giocatori con personalità. Riteniamo fondamentale il coraggio nella giocata, la voglia di gestire il possesso della palla e comandare il gioco. Nell’attività di base chiediamo ai mister di giocare sempre a specchio. Strada facendo occorre far sì che la tecnica dei singoli venga messa al servizio del collettivo e indirizzata verso il gioco di squadra”.

Un capitolo fondamentale nell’organizzazione di un settore giovanile riguarda anche la gestione dei rapporti con i genitori.

Da noi la figura chiave è quella del dirigente, che fa da tramite tra le famiglie e i mister. Sono profili fondamentali e formati, sui quali puntiamo molto. Inoltre facciamo quattro incontri all’anno con i genitori, ai quali partecipa anche la nostra psicologa”.

Crescita dei ragazzi ma anche ricerca del risultato, soprattutto nella fascia agonistica. Come si coniugano le due cose?
“Nell’attività di base iscriviamo più squadre e non facciamo una vera e propria selezione. Lì le priorità sono educare, far divertire e far giocare tutti il più possibile. Poi dall’ultimo anno di esordienti ha inizio una selezione fondamentale avendo, a seguire, categorie di livello regionale”.

Il vostro annuncio riguardante la ricerca di nuovi tecnici è aperto a tutti?
Sì. Cerchiamo figure disponibili a crescere. Gli allenatori di riferimento ci sono e sono specialisti nelle loro categorie, ma servono supporti. Parlare di vice allenatori è riduttivo. Consideriamo tutti istruttori e apriamo le porte a chiunque voglia migliorare. Abbiamo la fortuna di avere un gruppo di allenatori che da diversi anni sono inseriti nel nostro progetto, altri che vi hanno aderito più recentemente con disponibilità e capacità. Con orgoglio dico che abbiamo diversi ragazzi giovani che erano nostri giocatori ed ora hanno iniziato la carriera di tecnici”.

Alla Rigamonti iniziò anche un certo Roberto De Zerbi…
È vero. Un tecnico e una persona incredibile. Allenava con grande umiltà i nostri ragazzini mettendoci la stessa serietà che dedica ora ai campioni. Un esempio”.

A proposito di persone incredibili è impossibile dimenticare Alex Barattini, che allenava i vostri piccoli.
Non riesco ancora a realizzare che non ci sia più. Per noi non è stato semplice. I nostri istruttori sono stati bravissimi ad aiutare i bambini a superare questo momento. I bambini in queste cose hanno una marcia in più, se la sono cavata meglio di noi. Come società vogliamo tenere vivo il ricordo di Alex ed ispirarci alla sua positività, al suo buon umore indispensabile per fare cose belle. In futuro potrebbe esserci un torneo per i piccolini in sua memoria. Sarebbe il modo più bello per rendergli omaggio”.

Perché consiglierebbe a una famiglia di iscrivere il proprio figlio alla Rigamonti?

Leggi l’articolo originale e completo su calciobresciano.it
Data di pubblicazione: 17 Maggio 2022

 

Pubblicato il News

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